Potreste aver visto la libreria "Artistic QR Code" di sylnsfar. Produce codici QR non-standard che incorporano immagini arbitrarie, ma sono comunque leggibili a macchina [6]
Ovviamente, dovevo capire come funziona ☺
combine in myqr.py:
if ver > 1: aloc = alig_location[ver-2] for a in range(len(aloc)): for b in range(len(aloc)): if not ((a==b==0) or (a==len(aloc)-1 and b==0) or (a==0 and b==len(aloc)-1)): for i in range(3*(aloc[a]-2), 3*(aloc[a]+3)): for j in range(3*(aloc[b]-2), 3*(aloc[b]+3)): aligs.append((i,j)) for i in range(qr.size[0]-24): for j in range(qr.size[1]-24): if not ((i in (18,19,20)) or (j in (18,19,20)) or (i<24 and j<24) or (i<24 and j>qr.size[1]-49) or (i>qr.size[0]-49 and j<24) or ((i,j) in aligs) or (i%3==1 and j%3==1) or (bg0.getpixel((i,j))[3]==0)): qr.putpixel((i+12,j+12), bg.getpixel((i,j)))
Quel codice è pieno di numeri magici, e i vari cicli annidati non aiutano la leggibilità. Cosa fa tutta quella roba?
Per capire da dove venissero quei numeri, mi sono studiato un tutorial sui codici QR. Per i nostri scopi, la pagina più utile è quella che spiega i "function patterns".
In quella funzione, tutto suppone che i moduli siano 3×3 pixel, per cui:
Quindi tutti quei numeri magici definiscono le coordinate dei vari pattern: quelli devono esserci, altrimenti il programma di lettura / riconoscimento non si accorgerebbe neppure che sta guardando un codice QR.
Le ultime due condizioni sono:
(i%3==1 and j%3==1) or (bg0.getpixel((i,j))[3]==0)
La seconda salta i pixel trasparenti dell'immagine (bg0 è una vesione ARGB dell'immagine bg, e il valore in posizione 3 del pixel è il valore alpha).
La prima condizione fa in modo che il pixel centrale di ciascun modulo 3×3 resti inalterato: vogliamo che le informazioni del codice QR ci siano, da qualche parte!
In altre parole, per ottenere lo stesso risultato potremmo:
Ovviamente, non è proprio banale sapere se un modulo è parte dei dati o di un pattern, ma siamo fortunati: la libreria C libqrencode ci fornisce proprio questa informazione! Genera il codice QR come matrice di byte, e ogni byte è in bit-field:
MSB 76543210 LSB |||||||`- 1=nero/0=bianco ||||||`-- dati e ECC |||||`--- informazione di formato ||||`---- informazione di versione |||`----- timing pattern ||`------ alignment pattern |`------- finder pattern e separatori `-------- moduli non-dati (format, timing, &c)
I moduli Perl Text::QRCode e Imager::QRCode usano quella libreria, ma non espongono i dettagli interni. Per cui ho ri-scritto un po' di pezzi ☺
Alien::QREncode usa Alien::Base per installare libqrencode; poi Data::QRCode usa Inline::Module per accederla da Perl, e fornisce un'interfaccia Perlosa (il file di test mostra un esempio d'uso).
Ora, dobbiamo solo preoccuparci delle immagini: usiamo Imager, che sembra abbastanza semplice e potente. Il codice vero e proprio è forse troppo flessibile, ma il grosso della logica è:
my $back_image = qr_image($qr_code); return $back_image unless $fancy_picture; my $front_image = qr_dots_image($qr_code); my $target = Imager->new(xsize=>$size,ysize=>$size); $target->paste(src => $back_image); $target->compose(src => $fancy_picture); $target->compose(src => $front_image); return $target;
che è una traduzione diretta della procedura descritta sopra.
Una volta installati Alien::QREncode, Data::QRCode, e Imager::QRCode::Fancy, possiamo dire:
perl overlay-qr.pl 'https://pokketmowse.deviantart.com/art/In-the-Kawaii-of-the-Beholder-177076230' kawaii-beholder.png kawaii-beholder-qr.png
e ottenere questo:
O magari:
perl overlay-qr.pl 'Squirrel Girl is the best' squirrel-girl.png squirrel-girl-qr.png
e ottenere questo:
Notare come la dimensione dei "puntini" ci adatti alla risoluzione dell'immagine (anche se potrebbe essere più furba), e che la trasparenza è rispettata.
circa: mi sa che serve una fotocamera a risoluzione altina, e un programma di riconoscimento abbastanza permissivo
Qualche tempo fa comprai un Mind Flex, con l'idea di interfacciarlo a qualche motore, e controllare qualcosa con la mente! Il "qualcosa" sarebbe stato un Keepon.
Ovviamente sono rimasti su uno scaffale per anni.
Successivamente mi sono procurato un MicroView, perché è bellino.
Ovviamente, pure quello è rimasto su uno scaffale per anni.
Di recente ho finalmente cominciato a mettere assieme le tre cose.
Prima di tutto, ho dovuto mettere su l'IDE Arduino e il compilatore. Quando ho cominciato, farlo su una Gentoo era meno ovvio di quanto avrebbe dovuto (anche se c'è un post molto chiaro su sito Apollo NG che aiuta molto), ma ora è facile:
emerge arduino crossdev dev-java/rxtx USE="multilib cxx" crossdev --target avr
Questi symlink sono probabilmente ancora necessari:
ln -nsf /usr/x86_64-pc-linux-gnu/avr/lib/ldscripts \ /usr/avr/lib/ldscripts ln -nsf /usr/x86_64-pc-linux-gnu/avr/lib/ldscripts \ /usr/x86_64-pc-linux-gnu/avr/binutils-bin/2.20.1/ldscripts cd /usr/avr/lib ln -nsf avr5/crtm328p.o . ln -nsf avr6/crtm2561.o . ln -nsf avr6/crtm2560.o .
Mi sono servite due librerie: quella per leggere i dati del EEG Neurosky e quella per controllare l'hardware del Microview.
Le ho clonate della directory del mio "sketchbook":
mkdir -p ~/sketchbook/libraries cd ~/sketchbook/libraries git clone git@github.com:geekammo/MicroView-Arduino-Library.git \ MicroView git clone git@github.com:kitschpatrol/Brain
Notare che la libreria del MicroView deve stare in una cartella chiamata MicroView, e non MicroView-Arduino-Library: l'IDE Arduino ha delle restrizioni sui nomi delle librerie.
Ho copiato un po' di codice dal repository Github di BeatBots.
Ho seguito le istruzioni che ho trovato su Frontier Nerds: ho saldato un file al piedino "T" della scheda Neurosky, un filo a massa, e (aggiunta mia) un filo al "+" della batteria. In questo modo posso alimentare il MicroView con le batterie del Mind Flex: quando avevo provato a alimentarli separatamente, la scheda Neurosky non riusciva a prendere il segnale, probabilmente a causa del rumore sulla linea di alimentazione.
Ho poi connesso (tramite una piccola breadboard, per il momento) il MicroView ai fili: massa a massa, alimentazione a VIN, segnale al piedino di ingresso seriale.
Per il Keepon, ho connesso i quattro fili come spiega BeatBots: massa a massa, alimentazione a A0 (così possiamo notare quando il Keepon viene accesso), clock a A5, dati a A4.
Potete guardare il repository con il programma; uso EMACS e l'Arduino Makefile, invece della IDE, perché preferisco la riga di comando, e anche perché il mio C++ è talmente arrugginito che senza l'aiuto di Flymake non scriverei nulla di buono.
Cose che funzionano:
In futuro:
C'è un modo migliore!
Al momento, il driver di input raccomandato per X11 è xf86-input-libinput, per cui non sto più mantenendo questa patch.
Per fortuna, esiste un metodo molto più semplice per ottenere lo stesso risultato: si può dire al kernel di rimappare i tasti, separatamente per ciascuna tastiera, tramite il "HW DB" di udev.
In /etc/udev/hwdb.d/50-apple-kbd.hwdb ho scritto:
evdev:input:b0003v05ACp0221* KEYBOARD_KEY_ff0003=insert # fn -> insert
(Attenzione: la seconda riga deve iniziare con esattamente 1 carattere "spazio" (0x20))
Questa pagina di documentazione di Arch (in Inglese) spiega il tutto in dettaglio.
Il driver xf86-input-evdev che viene di serie con xorg usa soltanto i keycode tra 8 e 255, ignorando tutti gli altri. Questo funziona per la maggior parte dei casi (chi ha mai visto una tastiera con più di 247 tasti?), ma causa problemi quando i keycode non sono consecutivi.
Ad esempio, la tastiera Apple Alluminio (ID USB 05ac:0221) emette qualche codice oltre 255: il tasto "fn" è 464. Altri hanno trovato altri casi, e li hanno segnalati come bug.
Siccome la tastiera mi serve funzionante, e come dico io, ho fatto l'unica cosa sensata: ho clonato il repository e ho modificato il codice.
La mia modifica aggiunge un'opzione di configurazione, chiamata event_key_remap. Il valore deve essere una lista (separata da spazi) di "assegnamenti" nella forma $evdev_code = $x11_code; il $evdev_code può essere ottenuto con showkey -k, il $x11_code può essere trovato nel file /usr/share/X11/xkb/keycodes/evdev (o dove la vostra distribuzione l'ha messo)
L'implementazione è piuttosto semplice: crea una tabella dalla configurazione; la tabella non è implementata come un semplice array, visto che in quel caso allocherei 64KiB per device (evdev usa 16 bit per un evento "tasto"). Invece, alloco "pagine" di 256 byte, e solo le pagine che servono. In questo modo, i device senza rimappature occupano solo un puntatore in più nelle loro strutture, e i device con pochi codici da mappare occupano 256 byte in più.
Ovviamente, la configurazione può essere impostata dal file xorg.conf. Il mio contiene:
Section "InputClass" Identifier "keyboard-generic" Driver "evdev" Option "XkbOptions" "compose:ralt,altwin:meta_win,terminate:ctrl_alt_bksp" MatchIsKeyboard "on" EndSection Section "InputClass" Identifier "keyboard-apple-alu" Driver "evdev" Option "XkbLayout" "dakkar" Option "XkbModel" "applealu_iso" Option "XkbVariant" "dvorak-apple-al" Option "event_key_remap" "464=118 120=210 204=211" MatchIsKeyboard "on" MatchProduct "Apple, Inc Apple Keyboard" EndSection
(I dettagli sul mio layout di tastiera stanno altrove.
Mercoledì 2009-09-02 ho cominciato a montare la CupCake, assieme a un po' di amici.
In effetti il pacco mi era arrivato il 2009-08-20, ma sono stato fuori casa per una decina di giorni, per cui non ho potuto montarla subito. Avevo comunque fatto una foto al contenuto del pacco:
Armati di tutto il materiale, e delle istruzioni, ci mettiamo a montare i pezzi.
Non sarebbe stato proprio necessario, visto che le CupCake batch #5 vengono spedite con i microcontroller già programmati, ma visto che era nel pacco e che prima o poi potrebbe servire, l'ho montato.
A questo punto cominciamo a montare e provare il resto dell'elettronica. Dopo aver connesso la motherboard ai controller dei motori passo-passo e dell'estrusore, diamo corrente: operazione detta in gergo "smoke test".
Peccato che, sebbene avessi letto l'avvertimento relativo all'alimentatore, sono riuscito a far esplodere il bell'alimentatore fornito col kit. Per fortuna ne ho un po' di riserva!
Niente di difficile; il metodo di montaggio a incastri e dadi prigionieri è geniale.
(Sì, ho saltato un po' di passaggi, non ho fatto foto a tutto)
Ho interrotto qui il primo giorno di lavoro, anche perché ora ormai ora di cena. Ho ripreso la mattina successiva.
Sembra che per molti questa sia la parte più complessa e che dà più problemi: io non ho trovato particolari difficoltà.
Una nota sull'allineamento della ruota di appoggio: io ho seguito esattamente le istruzioni per l'allineamento, dopodiché ho montato la ruota di appoggio all'interno del corpo dell'estrusore: per un verso era troppo vicina al motore, per l'altro era precisamente centrata.
Nota
Qualcuno ha montato una ruota d'appoggio spessa il doppio, ottenuta incollando assieme le due ruote contenute nel kit. Nel mio caso, e sembra anche per qualcun altro, tale ruota doppia è troppo spessa per entrare tra le pareti della ruota dentata, per cui non è possibile usarla.
Finalmente, posso stampare! L'oggetto di prova è una linguetta a clip per i fine-corsa Z, visto che nel mio kit il piano Z non ha le fessure per fermare le linguette.
Questo è in effetti il terzo tentativo. Il primo tentativo ha causato un "head crash" col risultato che la piastra di stampa ha ora un piccolo foro al centro; il secondo tentativo è partito troppo in alto, e la raft non ha aderito alla piastra.
Circa 19 ore di lavoro, pochissimi problemi, e una stampante funzionante: probabilmente i due giorni di lavoro meglio spesi fin'ora :)
Un bel giorno, mentre stavo andandomene in centro (a piedi, come al solito), vengo fermato da due donne che si presentano come Testimoni di Geova. Siccome non avevo nulla di meglio da fare, ci mettiamo a discutere di teologia, interpretazione dei testi sacri, biologia, archeologia, astrofisica, e altre simili discipline "leggere" :-)
Ora, io non sono certo un esperto in nessuna di queste discipline, diciamo che al massimo posso definirmi un "profano infarinato", ma le due signore mi sono sembrate piuttosto spaesate; la cosa che mi ha fatto più sorridere è stata che non sapevano dell'esistenza di alcuni passaggi della Bibbia!
Alla fine, mi chiedono se possono ri-incontrarmi per regalarmi un libretto; per curiosità, dico loro di lasciarmelo nella cassetta delle lettere. Il giorno dopo mi ritrovo in cassetta due libretti "di divulgazione" e un'edizione dei Nuovo Testamento e dei Salmi.
In questo articolo analizzo uno dei due libretti (l'altro sarà analizzato più avanti, quando mi viene voglia), quello intitolato “Esiste un creatore che si interessa a noi?".
Il testo è la traduzione italiana (a cura della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova) di “Is there a Creator who cares about you?”, scritto nel 1998 dalla Watchtower bible and tract society of Pennsylvania (ovvero, i TdG originali americani).
Il testo dichiara "tutti i diritti sono riservati", ma la legge sul diritto d'autore permette la riproduzione di brevi passaggi a scopo di critica e analisi, per cui non ci sono problemi di sorta.
Per analizzare il testo, senza dover fare lo sforzo di leggerlo per intero (sì, sono pigro), ne prenderò dei passaggi più o meno a caso, per cui quel che segue non è in ordine.
Questa appendice riassume in modo alquanto sintetico (e temo pure scorretto) la generazione delle proteine a partire dal DNA nelle cellule eucariote, arrivando a concludere che «DNA, RNA e proteine» sono componenti necessarie alla vita, e che devono essere presenti sempre tutte («Senza una "squadra" completa e funzionante, la vita non sarebbe mai potuta nascere»). Chiede poi:
È ragionevole pensare che ciascuno dei tre componenti di questa "squadra" molecolare sia sorto spontaneamente nello stesso tempo, nello stesso luogo, e così ben coordinato con gli altri da poter compiere insieme i loro prodigi?
(I "prodigi" sarebbero la trascrizione e il montaggio delle proteine).
Rispondo io: beh, no. E infatti nessuno si sogna di pensarlo! Non c'è nessun bisogno di avere sia RNA sia DNA assieme (molti batteri non hanno DNA); si possono avere catene proteiche senza che siano costruite da una cellula; etc etc. Si veda anche la pagina su talk.origins.
Il testo sta cercando di "dimostrare" che la teoria del karma (ruota della reincarnazione e cose così) non ha senso. Cita una non meglio specificata "donna buddista":
Pensavo non avesse senso soffrire per qualcosa con cui ero nata ma di cui non sapevo nulla. Dovevo accettarlo come mio destino.
Sta parlando, si suppone, delle conseguenze di atti commessi in vite precedenti. Il testo dice che una tale spiegazione per la sofferenza non è convincente.
Qualche paragrafo oltre, il testo dice:
il peccato dei nostri primogenitori umani causò all'uomo la tragedia più grande: la morte.
E a questo punto mi viene da chiedere: ma ha senso morire per qualcosa con cui siamo nati, di cui non sappiamo nulla?
C'è un riquadro con questa citazione:
Il cervello umano è composto quasi esclusivamente dalla corteccia [snip]
— Edoardo Boncinelli
Ora, visto chi è Edoardo Boncinelli, temo proprio che la citazione sia stata presa fuori contesto, o alterata. Non è riportato da quale delle sue tante pubblicazioni è stata presa, per cui non posso controllare. Voglio però citare un altro passaggio (grazie WikiQuote):
Coloro che ancora oggi mettono in dubbio la validità della teoria dell'evoluzione biologica fanno semplicemente ridere
— da Le scienze, agosto 2007, p. 25
Giusto per dire che, a mio parere, il Boncinelli è stato tirato dentro a forza, e non condivide le idee de TdG.
Viene riportato questo "simpatico" albero di decisione:
Bello sbilanciato, eh? Come se, avendo deciso che l'universo non ha avuto un inizio, si fosse risolto la questione!
Vorrei far notare come una possibile causa all'ipotetico inizio (ok, va bene, potrei anche lasciar perdere i giri di parole…) non ha nessun bisogno di essere "eterna". Una causa puntuale è più che sufficiente. Citando anche (di nuovo) talk.origins, la spiegazione religiosa non è una spiegazione: è solo un modo di riformulare la domanda. «Da cosa ha avuto origine l'universo? Da Dio» non spiega un bel niente, sia perché non abbiamo una buona definizione di questo "Dio", sia perché induce immediatamente la domanda «Da cosa ha avuto origine Dio?» che per i religiosi non è una domanda formulabile!
Il capitolo sostanzialmente cita alcune coincidenze (i valori delle costanti fondamentali, ad esempio) per rafforzare l'ipotesi della creazione. Peccato che tutti i loro discorsi si possano rapidamente smontare usando il principio antropico.
Questa non è certo un'analisi esaustiva, ma mi passa la voglia, leggendo certi discorsi girati ad arte per far arrivare a una conclusione prefissata, di lavorarci ulteriormente.
Magari un giorno o l'altro leggerò qualche altro passaggio e estenderò questo articolo. Per il momento posso dire: il testo è un ammasso di citazioni forzate, discorsi illogici, aneddoti probabilmente inventati di sana pianta; non descrive alcun modo per sperimentare l'esistenza di questo Creatore; non spiega neppure perché mai il fatto di aver creato l'universo dovrebbe implicare che si interessi a qualche piccolo dettaglio dei risultati. Insomma, è un testo religioso. Sì, lo so, non è che mi aspettassi altro.
Ogni tanto qualcuno legge queste mie pagine, e più raramente qualcuno mi scrive a proposito di esse.
L'argomento che suscita più interesse è il mio driver per tastiere non banali, sotto X11, seguito dalla stampante 3D.
Ma tre settimane fa ho ricevuto un messaggio a proposito della recensione di un libro dei Testimoni di Geova. Siccome la conversazione che ne è seguita (non è ancora finita) mi è sembrata interessante, pubblico qua i messaggi, in ordine strettamente cronologico, senza modifiche [1] o commenti. Chiaramente (come si può leggere qua sotto) ho chiesto esplicito permesso alla pubblicazione.
d'accordo, due modifiche:
Salve Gianni, ho letto il tuo commento sul libro in oggetto e, essendo un testimone di Geova, innanzitutto sono interessato ad affrontare argomenti di questo genere con chiunque accetti un confronto costruttivo ma soprattutto perchè, uno degli obiettivi del mio impegno, è quello di dimostrare che Dio esiste e che noi, come esseri umani, non siamo paragonabili a "batteri senza dna".
Giusto per capire se sei disponibile, esprimo un solo pensiero sulla tua esposizione: il dottor Boncinelli può anche dire che "fa ridere chi mette in dubbio l'evoluzione", tuttavia il genio Einstein, pur non credendo nel Dio della Bibbia, disse quanto segue: « Una volta in risposta alla domanda: «Lei crede nel Dio di Spinoza?», Einstein rispose così: «Non posso rispondere con un semplice sì o no. Io non sono ateo e non penso di potermi chiamare panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino piccolo che entra in una vasta biblioteca riempita di libri scritti in molte lingue diverse. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri. Egli non conosce come. Il bambino sospetta che debba esserci un ordine misterioso nella sistemazione di quei libri, ma non conosce quale sia. Questo mi sembra essere il comportamento dell'essere umano più intelligente nei confronti di Dio. Noi vediamo un universo meravigliosamente ordinato che rispetta leggi precise, che possiamo però comprendere solo in modo oscuro. I nostri limitati pensieri non possono afferrare la forza misteriosa che muove le costellazioni. Mi affascina il panteismo di Spinoza, ma ammiro ben di più il suo contributo al pensiero moderno, perché egli è il primo filosofo che tratta il corpo e l'anima come un'unità e non come due cose separate (Brian, Einstein a life, 1996, p. 127). »
Detto, o meglio, scritto questo, attendo un tuo commento....
Saluti.
On 2011-06-14 Pio Argentino wrote:
Salve Pio!
Benvenuto, con le persone intelligenti si parla sempre volentieri.
Se sei in grado di darmi una definizione non ambigua di questo Dio, una definizione che sia passibile di verifica o falsificazione (ovvero, che possa servire a dimostrare l'esistenza di quel Dio), avrai fatto meglio di svariati secoli di filosofi e teologi. Ma, dopotutto, il progresso della cultura umana è fatto da persone che hanno fatto cose nuove e (a volte) migliori rispetto a tutti quelli precedenti, per cui sono pronto ad essere stupito.
Per il confronto ai batteri… beh, innanzi tutto tieni conto del contesto: stavo criticando un passo molto particolare, un passo che sostiene che DNA, RNA, e proteine sono componenti necessari della vita come la conosciamo noi. Questa particolare affermazione è chiaramente falsa, in quanto è ben facile portare un contro-esempio.
Secondariamente, rispondendo direttamente a quello che hai appena scritto, io ritengo che invece gli esseri umani siamo molto confrontabili coi batteri: i meccanismi con cui i batteri si riproducono, differenziano ed adattano sono gli stessi che vediamo negli organismi multicellulari. E quando dico "vediamo" mi riferisco proprio a esperimenti di misurazione diretta.
In altre parole, non vedo grosse differenze qualitative tra un batterio, un'alga, una sequoia, una mosca, una balena, e un primate. Sono tutte forme di vita basate sugli stessi meccanismi fondamentali, adattate (quanto basta) ciascuna al suo proprio ambiente, ai suoi propri compromessi energetici.
Ancora una volta, tieni presente il contesti: la mia ri-citazione del Boncinelli era portata a sostegno della mia ipotesi che la citazione riportata nel libro («Il cervello umano è composto quasi esclusivamente dalla corteccia») fosse presa fuori contesto.
Mi spiego meglio: l'affermazione che «Il cervello umano è composto quasi esclusivamente dalla corteccia» è chiaramente falsa (di nuovo, basta vedere la definizione da vocabolario di "corteccia cerebrale", non ci vuole molto).
Siccome Edoardo Boncinelli è un professore di Biologia, i casi sono due:
Nel primo caso, ogni sua affermazione non ha alcun valore. Nel secondo caso, mi viene da chiedermi perché mai manipolare una citazione.
Riguardo ad Einstein, voglio innanzi tutto far notare che "l'appello all'autorità" non è normalmente considerato degno di nota. Einstein, come chiunque altro, non era infallibile (basti guardare le suo opinioni sulla meccanica quantistica, che almeno era nel suo campo).
Questo per dire che, se pure mai Einstein avesse creduto nel Dio personale della tradizione giudaico-cristiana, questo non costituirebbe un argomento a favore, o contro, l'esistenza di quel Dio.
Inoltre, non capisco come la citazione riportata abbia a che fare con l'argomento (l'evoluzione delle specie per mutazione e selezione naturale). Einstein ha anche detto di ritenere infantile l'idea di un Dio personale, ovvero, di un Dio che si occupa delle sue creature. Altra citazione che non c'entra molto con l'evoluzione, ma almeno c'entra col libro di cui parlavo.
Oh, quasi mi scordavo: mi piacerebbe pubblicare questa conversazione (specie se non si limitasse a questi due messaggi) sul mio sito. Posso?
Certo che puoi pubblicare sul tuo sito la nostra conversazione (sarebbe thenautilus.net...), al più presto risponderò alla tua mail. Saluti, Pio
Salve Gianni, come va? Spero bene, oltretutto arriva la stagione calda con conseguenti vacanze (speriamo..) e un pò di riposo.
Ho molto apprezzato la tua risposta con il conseguente tempo che mi hai dedicato, non so che lavoro tu faccia ma l'idea che dà il sito è che tu sia una persona impegnata; in particolare faccio il copia e incolla di un passo che ritengo se non fondamentale perlomeno importante nella strada che dovrebbe condurci ad una migliore comprensione del mondo che ci circonda:
In altre parole, non vedo grosse differenze qualitative tra un batterio, un'alga, una sequoia, una mosca, una balena, e un primate. Sono tutte forme di vita basate sugli stessi meccanismi fondamentali, adattate (quanto basta) ciascuna al suo proprio ambiente, ai suoi propri compromessi energetici.
Commentando questa parte della tua risposta, tralascio il concetto delle differenze qualitative, ovvio che differisco da tale opinione, prendendo in esame i meccanismi fondamentali da te citati e rimanendo sulla parte scientifica del nostro confronto, per quello che posso arrivare a comprendere della materia: ho sì frequentato le scuole superiori (liceo scientifico oltretutto) ma come tanti altri miei coetanei non avevo molta voglia di studiare davvero quanta ne avrei ora, momento della vita dove altre responsabilità richiedono la tua attenzione, non ultima una figlia da seguire.
Tornando ai meccanismi fondamentali: a mio parere è proprio l'esistenza di tali meccanismi che dovrebbe farci riflettere, ovvero, se ci sono dei "meccanismi" c'è sicuramente un "meccanico", e ciò che noi siamo obbligati a pensare, anche quando vediamo un semplice muro di mattoni, è che è stato costruito da qualcuno. Su questo punto, semplice ma credo fondamentale, spero non ci sia bisogno di particolari valutazioni o argomentazioni, a meno che non si voglia (e questo nel mondo scientifico accade purtroppo) rifiutare a priori una certa idea, ma credo che nel tuo caso questo non valga.
Ora il punto di cui voglio parlarti è questo: nell'universo esistono o no intelligenza e intenzionalità? Osservando tutto quello che ci circonda possiamo constatare che esiste una grande intelligenza nella concezione delle cose, ma è fortuita o esiste un'intenzionalità dietro di essa? Una metafora, permettimi, usata da Einstein, e da me selezionata su Wikipedia, esprime quanto segue:
« Una volta in risposta alla domanda: «Lei crede nel Dio di Spinoza?», Einstein rispose così: «Non posso rispondere con un semplice sì o no. Io non sono ateo e non penso di potermi chiamare panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino piccolo che entra in una vasta biblioteca riempita di libri scritti in molte lingue diverse. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri. Egli non conosce come. Il bambino sospetta che debba esserci un ordine misterioso nella sistemazione di quei libri, ma non conosce quale sia. Questo mi sembra essere il comportamento dell'essere umano più intelligente nei confronti di Dio. Noi vediamo un universo meravigliosamente ordinato che rispetta leggi precise, che possiamo però comprendere solo in modo oscuro. I nostri limitati pensieri non possono afferrare la forza misteriosa che muove le costellazioni. Mi affascina il panteismo di Spinoza, ma ammiro ben di più il suo contributo al pensiero moderno, perché egli è il primo filosofo che tratta il corpo e l'anima come un'unità e non come due cose separate
Ritornando alla domanda, che cos'è evidente dalle recenti osservazioni dell'universo?
Sappiamo che vi è stato il cosidetto Big Bang, modello cosmologico che ha il maggior numero di conferme, ma è stata un'esplosione incontrollata o controllata? Come credo tu ben sappia, la semplice esistenza di strutture organizzate come le galassie (infinitamente più complesse del "muro di mattoni") dà nettamente come risultato la seconda, quindi un'esplosione controllata la cui forza, se fosse stata appena più debole ci sarebbe stata la contrazione della materia, appena più forte e si sarebbe dispersa così velocemente che le galassie non sarebbero arrivate neppure a formarsi. In questo tipo di calcoli un'esplosione controllata avvenuta casualmente è talmente improbabile che è inutile persino parlarne (il famoso 10 con 123 zeri di Roger Penrose).
Ora, è chiaro che decenni di studi da parte di eminenti astrofisici non possono essere ridotti alle mie poche e magari scarne righe, con le quali, ho preso in considerazione a livello superficiale la questione (ci sono tante altre "coincidenze") ma credo di poter dire che credere nel cieco caso come punto di partenza presuppone un fede molto più forte di quella necessaria per credere in Dio.
Potrei continuare su questa tematica, ma non desidero affrontare tanti temi simultaneamente: aspetterò le tue considerazioni, nel frattempo ti chiederei di indicarmi l'indirizzo del sito dove pubblicherai la nostra piacevole conversazione. Se vuoi, nelle prossime, potremo continuare sul tema accennato, cioè se vi sono intelligenza e intenzionalità nell'universo.
Grazie, a presto, Pio
On 2011-06-17 Pio Argentino wrote:
Eh, mica tanto :) Si lavora anche ad Agosto.
Uhm. Qui mi sa che diamo due significati diversi a questa frase. Io, per "comprensione del mondo", intendo una descrizione precisa dei fenomeni, capace di fornire predizioni accurate. Di solito queste descrizioni sono espresse in linguaggio matematico, e permettono di predire, ad esempio, che un aereoplano costruito in un certo modo volerà, o che un malato curato in un certo modo guarirà.
No, seriamente? Mi aspettavo qualcosa di più originale! La tua affermazione è purtroppo dimostrabilmente falsa.
Circuiti elettronici prodotti tramite mutazione casuale e selezione: https://www.cogs.susx.ac.uk/users/adrianth/ade.html alcuni funzionano in modi che nessuno sapeva prevedere, e se si toglie un pezzo (anche uno apparentemente inutile) non funzionano più.
(centinaia di altri esempi: https://www.talkorigins.org/faqs/genalg/genalg.html )
Ora mi dirai: ma c'erano delle persone a selezionare, o almeno c'erano programmi scritti da persone! Vero, ma abbastanza irrilevante: la funzione di selezione non contiene nessuna informazione su come costruire il risultato.
Ad esempio, per evolvere uno dei circuiti menzionati ai link precedenti, la funzione di selezione era qualcosa del tipo «quanto meglio un circuito distingue la frequenza del segnale in ingresso, tanti più circuiti da esso derivati saranno presenti nella generazione successiva» (l'obiettivo era di produrre un circuito capace di distinguere tra due frequenze).
Equivalentemente, dato un sistema di aminoacidi capaci di copiarsi con errori (RNA, DNA, forse alcune proteine), e la funzione di selezione «quanto più copie di sé un esemplare riesce a produrre, tante più ce ne saranno per la prossima generazione», si ottiene la vita come la conosciamo noi. Che questo sia quanto è successo è abbastanza sicuro, visto che possiamo misurare la "distanza" tra tutte le specie viventi (animali, piante, batteri), e vedere come una gran quantità delle informazioni genetiche sono identiche; possiamo anche vedere come le mutazioni (e gli altri fenomeni che modificano le informazioni genetiche) si sono accumulate nel tempo.
Come facciamo a sapere che (ad esempio) il DNA codifica (ad esempio) un animale? Semplice: se cambiamo un pezzo del DNA, l'animale risultate è diverso!
Sì, ma solo perché non esiste nessun meccanismo noto (o, al momento, neppure immaginabile) per cui un muro di mattoni possa essere costruito da qualcosa che non sia un animale. (Nota bene: o decidiamo che i castori, le vespe, etc etc, sono intelligenti, oppure ammettiamo che l'intelligenza non è necessaria per costruire strutture complesse.)
Invece, sappiamo benissimo che un essere vivente può produrne altri, senza alcuna intenzionalità (altrimenti bisogna assumere che anche i batteri hanno intenzione): quando vedo un cane, non penso che qualcuno si è messo lì e ha costruito un cane.
Oh no, non la rifiuto "a priori". La rifiuto a posteriori, dopo aver osservato il mondo, e aver eseguito esperimenti e misurazioni.
Mi piacerebbe avere delle definizioni precise di questi termini… usando le definizioni fumose usate comunemente, devo rispondere: sì, e noi due ne siamo esempi. D'altra parte, non vedo nessun motivo per cui debbano esistere. L'universo ha funzionato per miliardi di anni senza persone (o altri forme di vita note).
Non sequitur (di nuovo). Possiamo constatare che esiste una certa complessità, ma l'intelligenza non è necessaria.
Anzi, in molti casi verrebbe da pensare che, se esiste un creatore / modellatore / progettista, sia piuttosto maldestro e distratto: lo sai che l'occhio umano (e di molti altri animali) è montato alla rovescia? Hai mai sentito parlare del "punto cieco"? È un difetto della struttura di una certa versione dell'occhio (quella presente negli umani e in altri animali) per cui il nervo ottico, invece di uscire da "dietro" le cellule sensoriali della retina, esce davanti, per cui la retina ha un buco per farlo passare verso il cervello (vedi la figura https://secure.wikimedia.org/wikipedia/en/wiki/Blind_spot_%28vision%29 ). Altre versioni dell'occhio sono fatte meglio, e non hanno questi problemi. O il creatore ha uno strano senso dell'umorismo, o preferisce i polpi (che hanno l'occhio fatto giusto).
Aridaglie con Einstein. Che c'entra??
Non sequitur. Mai sentito parlare di "principio antropico"? Versione breve (e approssimativa): noi vediamo l'universo così com'è, perché:
Uhm. Sei indietro di mezzo secolo almeno. Il Big Bang non è un esplosione, il termine "forza" è ben poco appropriato. Le misurazioni effettuate negli ultimi 50-60 anni hanno dimostrato come la struttura stessa dell'universo (lo "spazio", se vuoi) si dilati. La velocità apparente delle galassie non è data da una spinta iniziale, ma dal "gonfiarsi" dello spazio. Inoltre, vedi sopra per il principio antropico.
No, ancora con questi discorsi? La probabilità che io vinca la lotteria è infinitesima, ma la probabilità che qualcuno vinca la lotteria è 1 (o 100%, come ti torna meglio scriverlo). La probabilità di avere un poker d'assi servito è trascurabile, ma quando me lo trovo in mano (e prima o poi succede, se nessuno sta barando), la probabilità a posteriori è 1.
L'universo c'è. Quindi la probabilità che l'universo ci sia è 1.
Eh, no.
Nel caso della vita, il caso fornisce le "idee nuove", e l'ambiente elimina (senza alcun bisogno di intenzione) quelle che non funzionano. Sperimentato, misurato, riprodotto in laboratorio: funziona, e spiega sostanzialmente tutta la varietà di forme viventi che vediamo, oltre a fare previsioni precise sulle mutazione future (studiati un po' il fenomeno dei batteri patogeni resistenti agli antibiotici).
Nel caso della struttura del cosmo, è una conseguenza abbastanza diretta delle costanti fondamentali, e per "spiegare" quei valori, il principio antropico basta e avanza.
https://www.thenautilus.net/ probabilmente in una nuova sezione "religione" o simile.
Perché no? Magari partendo da cosa pensi di quel che ho scritto qua sopra.
Aggiungo un'ultima nota: nulla di quel che sappiamo vieta che l'universo sia stato creato.
Ma, a parte essere un'idea abbastanza bislacca che non aiuta affatto a spiegare come l'universo funzioni, né a fare previsioni utili, questo creatore non sarebbe il Dio che la maggior parte delle religioni descrive. Mi spiego meglio.
Non sono stati mai descritti e misurati fenomeni che siano spiegabili soltanto tramite una modifica locale delle leggi fisiche; per cui, io vedo solo queste alternative:
È ovviamente facile mi stia sfuggendo qualche alternativa. Inoltre, potrei non essere a conoscenza di qualche fenomeno "miracoloso" misurato per bene.
Salve Gianni, con molto piacere torno alla nostra conversazione, manifestandoti anzitutto il mio apprezzamento per la profondità di alcune tue annotazioni nonchè per l'evidente tua passione per questo tipo di argomenti. Naturalmente specifico che non sono in grado di entrare nel merito di tutti i temi da te proposti, tipo quello dei circuiti elettronici, ma per quello che mi compete cercherò di trasmetterti il motivo per cui credo in Dio ritenendo questa l'unica scelta di pensiero possibile.
Parto dal discorso dell'occhio del polipo, inserendo un articolo che tratta l'argomento e che dà una spiegazione esauriente:
All'interno dell occhio umano c'è la retina, una membrana costituita da circa 120 milioni di cellule chiamate fotorecettori che assorbono le radiazioni luminose e le convertono in impulsi nervosi, il cervello interpreta questi impulsi come immagini.
Gli evoluzionisti sostengono che il modo in cui la retina e posizionata nell'occhio dei vertebrati, organismi dotati di colonna vertebrale, dimostra che l'occhio non ha avuto un progettista.
Riflettete, la retina dei vertebrati é inversa poichè i fotorecettori sono posti nella sua parte posteriore, per raggiungerli la luce deve passare attraverso diversi strati di cellule.
Secondo il biologo evoluzionista Kenneth Miller a causa di questa posizione la luce si disperde e la nostra visione risulta meno nitida di quanto potrebbe essere.
Pertanto gli evoluzionisti affermano che la retina inversa sia la prova di un progetto scadente anzi, della mancanza di un progetto.
Un ricercatore ha persino definito questo orientamento capovolto assurdo dal punto di vista funzionale, tuttavia ricerche piu approfondite rivelano che i fotorecettori della retina inversa si trovano nella posizione ideale e cioè accanto all'epitelio pigmentato uno strato di cellule che provvede l'ossigeno e le sostanze nutritive importanti per una buona vista.
Se il tessuto epiteliale pigmentato si trovasse nella parte anteriore della retina, la vista ne risulterebbe seriamente compromessa, hanno scritto il biologo Jerry Bergman e l'oftalmologo Joseph Calkins.
La retina inversa presenta particolari vantaggi per i vertebrati con gli occhi piccoli, il prof Ronald Kroger dell'universita di Lund in Svezia, ha affermato: "tra il cristallino e i fotorecettori deve esserci una certa distanza per ottenere un immagine nitida, il fatto che quest'area sia ricca di cellule nervose costituisce per i vertebrati un importante risparmio di spazio, inoltre dato che le cellule nervose della retina sono strettamente connesse le une con le altre e si trovano vicino ai fotorecettori l'elaborazione delle informazioni visive avviene in modo veloce e affidabile.
Oltre a quanto detto dall'articolo, altri studi hanno dimostrato che il cervello, nonostante riceva le immagini capovolte , riesce poi a "girarle" nel verso giusto:
Le immagini colpiscono la retina capovolte, proprio come avviene nella pellicola di una macchina fotografica. “Perché il mondo non ci appare a rovescio?”, chiede il dott. Short. “Perché”, spiega, “il cervello ha sviluppato la capacità di invertire le impressioni”.
Sono stati costruiti occhiali speciali per capovolgere le immagini. Negli esperimenti scientifici, chi portava questi occhiali vedeva tutto capovolto. Poi, dopo qualche giorno, accadeva qualcosa di sorprendente. Cominciava a vedere normalmente! “Il miracoloso lavoro di équipe dell’occhio e del cervello si vede in vari modi”, commenta The Body Book.
Detto questo, credo che il tuo commento sull'eventuale "distrazione del Creatore" sia da rivedere.....
Un altra tua argomentazione riguarda il principio antropico, nello specifico scrivi.....
Ebbene sì, conosco anch'io il principio antropico, ma senz'altro non la versione che tu proponi abbastanza personalizzata e modificata, in realtà bisognerebbe fondere le due dichiarazioni e dire che, se l'universo fosse un poco diverso non esisteremmo....: difatti ho avuto modo di cercare qualchè citazione in rete, ma nessuno di coloro che hanno enunciato tale concetto lo ha mai fatto nel modo che tu proponi, vuoi che citiamo Carter, vuoi che prendiamo in considerazione Barrow e Tipler; prova a valutare questo articolo da Wikipedia... [2]
Lo scienziato americano B. Carter nel suo «Confronto di teorie cosmologiche con le osservazioni», formula il principio antropico nel seguente modo: «Dal punto di vista logico, sono possibili infiniti universi, ma se imponiamo la condizione che nel nostro universo ci sia non solo la vita, ma anche l’uomo in grado di osservarlo e di comprenderlo, il loro numero si riduce drasticamente. La presenza dell’uomo, inoltre, consente di fornire una semplice spiegazione di molte caratteristiche dell’universo, altrimenti incomprensibili, come il valore di certe costanti fisiche e le loro curiose relazioni numeriche. Se, ad esempio, consideriamo le condizioni che permettono l’emergenza della vita, ci accorgiamo che tutte, concorrono a configurare una situazione alquanto singolare: sono necessarie, infatti, temperature e pressioni particolari per sintetizzare molecole organiche, come pure la presenza di elementi come il carbonio, l’ossigeno e i metalli. Le teorie astrofisiche riguardanti l’evoluzione stellare e l’origine del sistema solare ci assicurano che la realizzazione di tali condizioni è abbastanza probabile quando una stella si trova in uno stadio particolare della sua vita (con termine tecnico detto "sequenza principale") esattamente come il nostro sole». Tutto ciò condiziona fortemente il periodo dell’evoluzione di una galassia che sia in grado di ospitare la vita: non può essere troppo breve né troppo lungo, non può scendere sotto i cinque miliardi di anni, perchè conterrebbe così stelle prive di elementi pesanti, neppure superare i venti venticinque miliardi di anni, perchè in tal caso le stelle sarebbero in gran parte spente. Appare quindi decisiva l’esistenza di un "osservatore", per rendere ragione dell’universo così com’è: se deve offrire possibilità di vita, non può che essere così: “Perchè l’universo è così grande? Perchè noi siamo qui!!!” afferma R. H. Diche che insieme a Carter ha introdotto negli anni sessanta il principio antropico.
La cosmologia è giunta ad enunciare il soprammenzionato principio nel seguente modo: “Cogito, ergo mundus talis est” (B. Carter). E infatti le costanti della natura sono state scelte con grandissima precisione in maniera tale che l’evoluzione cosmica è giunta ai viventi e quindi all’autocoscienza. Basta modificare anche solo un pò il valore delle costanti universali della natura perchè l’universo non possa più dare luogo alla vita. Per esempio se la forza di gravità fosse stata leggermente superiore a quella che è, l’universo sarebbe collassato entro breve tempo. Se fosse stata più debole si sarebbe avuta l’espansione cosmica senza l’espansione della materia in galassie e stelle. C’è quindi un disegno ben preciso, e questo disegno parla a favore dell’esistenza di Dio.
Quindi Gianni il punto qual'è? L'universo è così perchè non esiste un'altra situazione possibile per la vita umana, è così perchè Dio lo ha parametrato con estrema precisione e intelligenza: se fosse (ripeto) "appena" diverso e non "molto diverso", non saremmo qui ad osservarlo.
In questo modo credo di averti dato sufficienti valori da misurare (le costanti universali) e quel fenomeno miracoloso chiamato "vita" il quale, forse proprio perchè è onnipresente, non attira la nostra attenzione: la domanda è, caro Gianni, se abbiamo l'umiltà necessaria per accettare quello che, in definitiva, è ovvio....
Un caro saluto, Pio
NOTA MIA: non so da dove venga quella citazione, sembra venire solo in minima parte da l'articolo sul Principio Antropico
Arieccomi, dopo un paio di conferenze…
Mi sa che se continuiamo a discutere di evoluzione e anatomia comparata, non approdiamo a nulla: la maggior parte degli argomenti che proponi sono stati smontati più e più volte da gente molto più in gamba di me, quindi invece che continuare a tradurre e riassumere, ti punto direttamente a https://www.talkorigins.org/ e a un paio di libri:
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Ora, siccome son curioso, mi piacerebbe rispondessi a qualche domanda, giusto per aiutarmi a capire in cosa consistano davvero le tue convinzioni.
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Sul principio antropico e sulle costanti fondamentali: la divisione che ho fatto tra "universo poco diverso" e "universo molto diverso" è dovuta al fatto che non mi ritengo impossibile che, mutando qualcuna delle costanti fondamentali, o qualcuno degli eventi casuali all'inizio dell'universo, ci possa ottenere un universo con forme di vita senzienti. Certo, se vuoi un universo indistinguibile dal nostro, è quasi ovvio che ti servono costanti e condizioni iniziali identiche a quelle che ha avuto il nostro universo. Non ne so abbastanza per limitare "tutte le possibili forme di vita senzienti" a "gli esseri umani come li conosciamo noi".
Salve Gianni, vengo a risponderti.
In merito agli argomenti da me proposti e che sono stati smontati più volte da eminenti scienziati, non ho capito bene a quali tu ti riferisca e non credo siano le ultime questioni, cioè la comparazione tra l'occhio del polpo e quello umano e il principio antropico: in tutti i modi di credo tu sia d'accordo con me che vi sono scienziati che credono nel Creatore come vi sono scienziati che non ci credono.
Detto questo, credo anch'io sia opportuno andare al nocciolo della questione cercando di circoscrivere il discorso, diversamente non basterebbe tutta la vita per questo tipo di analisi, la maggioranza delle quali, oltretutto, prevede delle competenze specifiche: vorrei essere sicuro, comunque, su quale sia il "nocciolo" di cui sopra.
Mi citi due scienziati atei, dichiaratamente in opposizione al "creazionismo".... devo quindi dedurne che anche tu sei ateo.... eppure, in una mail precedente non escludi la possibilità che l'universo sia stato creato: per questo ti chiedo di definire con esattezza la tua posizione come io ho definito la mia (assolutamente credo nel Creatore di ogni cosa, fautore dell'inizio della vita e della trasformazione della Sua smisurata energia nella materia di cui è composto l'universo).
Attendo quindi tue alle quali risponderò con piacere.
Saluti, Pio
On 2011-09-14 Pio Argentino wrote:
Mi riferisco all'evoluzione delle specie per mutazioni casuali e selezione naturale. Mi riferisco all'universo descrivibile in modo comprensibile, senza casi speciali.
Se uno scienziato crede in una divinità (comunque essa sia definita) ma continua a fare il suo lavoro (ovvero, produrre teorie e confermarle e smentirle tramite esperimenti ripetibili), le sue credenze sono soltanto sue, e mi interessano poco.
Se però le sue credenze (religiose o altro) interferiscono col suo lavoro (facendogli ignorare alcuni risultati sperimentali, o facendogli ritoccare i dati in modo da avvalorare ipotesi altrimenti non sostenibili), va denunciato come incapace (o truffatore).
L'inferenza non è così stretta, in linea di principio. Ma sì, mi descrivo come ateo.
Non posso escluderla, come non posso escludere la possibilità che l'acqua cada verso l'alto: in entrambi i casi, ritengo che la probabilità che ciò accada sia non nulla, ma talmente piccola da essere trascurabile. Uhm. Va bene, c'è una differenza tra i due esempi (creazione e "cadere all'insù"): posso descrivere esattamente come e perché l'acqua possa salire invece di scendere (è una conseguenza del secondo principio della termodinamica), e calcolarne la probabilità. Non posso fare lo stesso per la creazione, perché non so neppure se possa fare una qualche differenza all'interno dell'universo; e non posso misurare all'esterno di esso.
Se una divinità o qualcosa del genere intervenisse attivamente all'interno dell'universo, potremmo misurarla e descriverla. Nessuno è riuscito a farlo: ci sono pochi universi in cui ciò è possibile:
Ti sei scordato "il creatore che ci guarda e ci aiuta, tranne quando glielo chiediamo o cerchiamo di dimostrare che esiste".
Se domani qualcuno produce una definizione chiara, non ambigua (ovvero, matematica) e falsificabile di questo creatore, e pubblica i protocolli e i risultati di un esperimento, misurabile e ripetibile, che dimostra l'esistenza dell'entità così definita, entro margini di probabilità ragionevoli, e nessuno produce un esperimento che la falsifica entro un mese, allora mi convincerò che quel creatore esiste.
Questo è il punto fondamentale della scienza: la teoria (leggasi: descrizione) del mondo cambia ogni volta che si ottengono nuovi dati che le vecchie teorie non sono in grado di spiegare; e ogni teoria è temporanea, e ogni esperimento è mirato a falsificare le teorie, più che a confermarle.
Io ho definito la mia posizione, e ho spiegato cosa serve per cambiarla.
È possibile dimostrare sbagliata una posizione di fede? Se sì, son tutto orecchi. Se no, non ha alcun valore nel descrivere l'universo: è una storiella per bambini.
Caro amico,
ho letto con attenzione la tua mail, più volte, e non riuscirò mai a comprendere come possa una mente che ragiona secondo canoni rigidamente scientifici rifiutare ciò che, semplicemente, è ovvio.
E' ovvio, Gianni, che se trovassimo su un'isola deserta una scritta su una roccia non penseremo mai che tale scritta sia il risultato dell'erosione dell'acqua o del vento ma concluderemmo che trattasi dell'opera di qualche sfortunato naufrago che voleva lasciare traccia del suo passaggio ai posteri.....parlando sempre di scritte o di forme di comunicazione, vorresti farmi credere che sia invece logico attribuire al cieco caso, per esempio, il nostro codice genetico (un grammo di Dna contiene informazioni che potrebbero riempire mille miliardi di cd...).
A questo punto, chi lavora di fantasia? Chi crede che l'acqua cada verso l'alto?
Per me, la più grande prova dell'esistenza di Dio è il fatto che ne stiamo parlando, che è un'idea presente in noi: io, benchè a volte schiacciato dalla complessità di ciò che mi circonda e dalla mia piccolezza, ho deciso di accettare l'evidenza...anzi non ho mai avuto la benchè minima indecisione sull'argomento.
Ti auguro di poter trovare quello che cerchi, Gianni, ma soprattutto spero tu possa, come dice la Bibbia, arrivare alla consapevolezza che bisogna dare gloria a Dio, dare a Lui il merito della vita, e ti lascio un brano sperando tu ci rifletta e possa dare alla tua mente senz'altro brillante una diversa (e più logica) direzione. Un caro saluto.
(Rivelazione 4:11) 11 “Degno sei, Geova, Dio nostro, di ricevere la gloria e l’onore e la potenza, perché tu creasti tutte le cose, e a causa della tua volontà esse esisterono e furono create”.
On 2011-10-02 Pio Argentino <argentinopio@alice.it> wrote:
"ovvio" non è scientifico. Esperimenti, misurazioni, ipotesi che possono essere dimostrate false, questo è scientifico. Non hai fornito nessuna ipotesi falsificabile per poter decidere se questa tua divinità esista. Solo aneddoti, citazioni irrilevanti, e chiacchiere.
Nota a margine: "ovvio" e "vero" sono cose molto diverse. È ovvio che le mosche si generano dalla carne putrefatta (finché Pasteur e Redi non dimostrano il contrario). È ovvio che i fulmini sono lanciati da Zeus, o Thor, o qualche altro dio. È ovvio che i neri non sono umani quanto i bianchi. È ovvio che le donne non possono votare. Ovvio, vero?
Ho già risposto a questo discorso. La volta prima era un muro e un cane. Cambiando i termini non cambi la sostanza del discorso: in ogni caso è una questione di ignoranza. Il fatto che una persona sappia dare una sola spiegazione per un fenomeno, non implica che la spiegazione sia giusta.
Ipotesi, esperimenti, misurazioni, analisi statistica, correzione dell'ipotesi. A ciclo continuo. Questa è scienza, questo permette di arrivare a una descrizione utile del mondo.
"Secondo me è così" non serve a granché, al massimo è uno spunto di conversazione.
Vedo che il mio riferimento al secondo principio della termodinamica è andato completamente a vuoto…
Quale evidenza? Che il nostro cervello è cablato da millenni di selezione naturale a vedere strutture e somiglianze anche dove non ce ne sono (perché non vederle è più dannoso per la sopravvivenza), a supporre che ogni altro agente sia di tipo umano (vedi "teoria della mente" e dintorni), a saltare a conclusioni un po' a caso piuttosto che pensarci seriamente? Stai veramente dicendo che la prova dell'esistenza del tuo dio sta nei difetti del cervello umano?
Ah, poi: non è neppure vero che l'idea del tuo dio sia "presente in noi". Nei millenni sono state inventate tantissime divinità, con caratteristiche anche molto diverse. Religione monoteiste, religioni politeiste, religioni animiste (ad esempio quelle dei nativi nord americani), spiritismi vari (shintoismo, ad esempio). E non dirmi che il Buddismo ha delle divinità…
Perché una divinità dovrebbe essere da preferirsi alle altre? Perché mai una qualche tradizione dovrebbe essere più vera di altre?
Io l'ho trovato: un modo per descrivere il mondo che mi permette di predire cosa succederà in molte circostanze (e teoricamente in quasi tutte); una disciplina che mi permette di minimizzare gli effetti delle limitazioni del mio cervello; una morale basata sul "lasciare un mondo migliore di come l'ho trovato" e "non fare del male a nessuno se non è necessario".
E non ho bisogno di un libro di racconti scritti da qualche tribù nomade un paio di millenni fa.
Conoscerete anche voi la storia della tastiera Sholes ("QWERTY"), che è stata inventata per evitare che i dattilografi troppo veloci facessero inceppare i martelletti delle macchine per scrivere meccaniche. Saprete anche che il layout Dvorak è da molti considerato più efficace e veloce.
Quando provai a imparare a usare la tastiera Dvorak, un mio amico mi disse pressappoco: «Perché non scrivi un programma che misuri l'uso che fai tu della tastiera, e ricavi un layout personalizzato?». In un momento di follia, ho deciso di farlo davvero.
Il primo programma è freq.pl, che legge i file dati a riga di comando e calcola una matrice di probabilità (nel file il cui nome è nella variabile $MATRFN, al momento /tmp/freq.matr). In effetti tratta il testo come un processo di Markov sui caratteri a memoria 1, e ricava la matrice di transizione. Nota: gli elementi sono frequenze, non probabilità. L'eventuale normalizzazione è lasciata come esercizio al lettore.
Il secondo programma è freqdump.pl, che probabilmente non serve a niente. L'ho scritto (tre o quattro versioni diverse) per avere un'idea di come fossero le frequenze. Dateci un'occhiata se volete.
Il programma più utile (spero) è optkeyb.pl, che parte dalla matrice (al solito, nome di file hardcoded) e dal layout QWERTY cercando per discesa di gradiente stocastica un layout migliore. In parole povere, calcola un valore per il layout (somma sulle coppie di tasti della distanza per la frequenza), poi prova a scambiare due tasti a caso e vedere se il risultato è migliore. Per aggirare i minimi locali (e ce ne sono tanti) all'inzio scambia a caso $PRE_SHUFFLE volte, e se per $STARVATION tentativi non ha trovato un miglioramento ricomincia, dopo aver appeso il layout localmente ottimo al file /tmp/layouts. Usa le curses e il corrispondente modulo Perl Curses.pm.
Per evitare cose brutte (i.e. i numeri a spasso) nell'hash %locked è possibile impostare i tasti che non si vogliono spostare.
Per dare un'idea dei risultati, dopo qualche ora di calcoli il miglior layout era:
` 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 ; = - x w h t s a l b y ' j q z \ [ c i e r u p . , k v f d n o m g ] /
Tenete conto che io uso una tastiera IBM U.S., e dove è finita la q c'era il tasto pipe/backslash (che è più largo degli altri, e quindi avrei dovuto bloccarlo...)
Per dare un'idea del miglioramento, il valore calcolato per la QWERTY è 10.190.280, per quella riportata sopra è 6.797.370, che si traduce in una riduzione del 34% del chilometraggio delle dita durante la battitura.
Quando sono entrato in Normale mi ero appena accostato al mondo dei fumetti e dell'animazione giapponesi, ma grazie ad altri normalisti molto più esperti di me mi sono fatto una discreta cultura nel campo. Ma, si sa, il tempo passa, e i normalisti scadono: nell'ultimo anno siamo rimasti in due o tre. Per evitare che in Normale scompaia il culto dell'animazione giapponese, abbiamo cominciato ad educare i nuovi normalisti, mettendo su un club di animazione, che a causa della nostra grande fantasia per trovare nomi è diventato noto come il solito club di animazione, ed è così che intestavamo tutti i manifesti con cui annunciavamo una proiezione.
Le proiezioni si tenevano tipicamente il giovedi sera, circa alle ore 21, presso il Collegio Carducci, via Turati 35, Pisa.
Con la chiusura del Collegio Carducci per ristrutturazioni, le proiezioni si sono spostate presso il Collegio Fermi, di lunedi. Con la mia laurea, e la diaspora dei vari membri, il club ha subìto una leggera ristrutturazione.
Ci ritroviamo di solito il giovedì, in casa di uno dei membri (non sempre lo stesso, ma comunque a Pisa). L'organizzazione avviene adesso tramite una mailing list: se siete interessati, scrivetemi e vi inserirò nella lista.
Se siete a Londra, sto cercando di avviare una cosa simile a casa mia
Leggete il resoconto.
Un paio di mesi fa ho comprato un telefono Samsung Galaxy (I7500), su cui gira una versione dell'ambiente Android. Sono abbastanza contento: fa il telefono, me permette di rimanere presente in Rete anche quando non sono a casa, e svilupparci applicazioni non sembra tanto complicato.
Una cosa, però, mi infastidisce tantissimo: non posso toccare il sistema operativo.
No, non voglio dire "non ho accesso come root": so come ottenerlo, e sono pure abbastanza d'accordo con la storia del «rendiamo più difficile possibile agli utenti (e a software malintenzionato) rovinare il telefono».
Quel che voglio dire è: io ho il codice sorgente del sistema Android (almeno così dicono), dal kernel Linux fino alle varie applicazioni. Ma non posso farci nulla di utile: non ho il "sorgente corrispondente", per dirla con la GPLv3. Non ho alcun modo di compilare la stessa immagine di sistema che sta girando sul mio telefono. La FSF dice che la licenza Apache versione 2.0 è una licenza libera, compatibile con la GPL versione 3, ma apparentemente è possibile rilasciare un insieme di programmi sotto tale licenza, ma fare in modo che la loro combinazione non rispetti da definizione di software libero: non posso eseguire i programmi!
Ok, posso eseguirli nell'emulatore. Non è abbastanza. Samsung mi ha dato una copia binaria della loro versione di Android. Secondo i termini della licenza, non hanno alcun obbligo di darmi i sorgenti. Come si fa a chiamare questo “software libero”?
Nota a margine, il motivo per cui inveisco è: ci sono alcune funzioni che vorrei cambiare (es. aggiungere il supporto OpenVPN al programma nexus; o aggiungere la possibilità di cambiare la lingua di inserimento per ciascun campo, indipendentemente dal "locale" di sistema). Visto che non posso trarre vantaggio dalle mie modifiche (non posso costruire un'immagine Samsung con i miei cambiamenti, e usarla), e non ho nessuna garanzia di quando potrebbero arrivare sul mio telefono (anche assumendo che venissero accettate in Android), perché mai dovrei mettermi a farle?
Ho qualche settimana di anime da guardare. Ma guardarli da solo non è divertente. Per cui invoco chi mi segue su Twitter, Fediverse, chi legge questo sito, e i loro fidati amici: troviamoci a casa mia, e guardiamo qualcosa.
Dettagli:
Ci troviamo di solito il terzo (o a volte il primo) sabato di ciascun mese.
25 Marzo.
Se volete ricevere e-mail relative ai prossimi incontri, scrivetemi e vi aggiungerò alla mailing list.
Eravamo solo in due, quindi abbiamo guardato cose a caso: probabilmente nessuno ne sentirà la mancanza.
K-On!, primi 2 episodi (recensione)
Quattro studentesse delle superiori formano un gruppo musicale. O almeno ci provano. La protagonista è imbranata all'inverosimile, e tutti i personaggi sono tremendamente moe. I primi episodi sono quasi esclusivamente di presentazione.
Super Gals, primi 2 episodi
Gal a Shibuya. Divertente con parti serie che stonano un po'. Mi sembra che il fumetto gestisse meglio le transizioni tra i due toni.
Scene affascinanti delle tre maghette (OAV)
20 minuti in tutto, di cui circa 5 sono animazione nuova, e il resto sono collage dalle tre serie di maghette. Se non avete mai visto Creamy Mami, Evelyn, e Magica Emi, questo corto non ha alcun senso. Se le avete viste, è solo un po' noioso :)
Panty & Stocking with Garterbelt episodi 9-10 (recensione)
Questo diventa sempre più assurdo.
Mahou Shoujo Madoka Magica, fino all'episodio 5 (recensione)
La protagonista non è ancora una Maghetta, gente continua ad essere ferita, e mi fido sempre meno di Kyuubee
Sayonara Zetsubo Sensei, fino all'episodio 3
In modi improbabili, Itoshiki & Fuura riescono a fare qualcosa di buono. La gente continua a comportarsi in modo incomprensibile.
Panty & Stocking with Garterbelt episodi 11-13 (recensione)
Gli episodi 11 e 12 sono un po' caso come i precedenti. Il 13 sarebbe il finale di tutta la trama, se mai ce l'avessero mostrata: buona parte delle premesse sono sottintese. Promettono una seconda stagione.
Film dal vivo, non animazione. Racconta grosso modo la stessa storia della prima stagione del cartone animato omonimo. La recitazione è mediocre e il tempo è tremendamente lento. Gli effetti speciali sono però fatti piuttosto bene, e gli alieni sono alieni abbastanza.
Mahou Shoujo Madoka Magica, fino all'episodio 8 (recensione)
Non voglio rovinare la storia a nessuno, ma devo dire che siamo riusciti a indovinare qualche colpo di scena con un paio di episodi di anticipo, principalmente supponendo che Kyuubee sia molto più malvagio di quanto pensassimo. Una scommessa sicura.
Jungle wa Itsumo Hare nochi Guu episodio 1
Serie demenziale di dieci anni fa, mi ero scordato quanto fosse assurda.
Mahou Shoujo Madoka Magica, fino alla fine (recensione)
Oh mamma. Alla fine hanno vinto. Kyuubee è ancora più bastardo di quanto potessimo immaginare. E la storia di Homura è bellissima. Dovete guardare questa serie, davvero!
Gamera: Guardian of the Universe
Sì, proprio. Non anime, neppure abbastanza vecchio (è del 1995!) da scusare i modelli alquanto brutti e la storia confusa. Pure la musica è orrenda e fuori luogo, spero solo che sia colpa dell'edizione che abbiamo visto. Una perdita di tempo.
Mini-serie molto ben fatta, dallo stesso autore di Pale Cocoon (vedi sotto). Descrive alcune possibili conseguenze dell'introduzione di robot umanoidi come descritti da Asimov.
Abbiamo visto questi episodi grazie a crunchyroll, un servizio di streaming (con pubblicità) per anime recenti, con sottotitoli in inglese.
Detroit Metal City, episodi da 1 a 4.
Ragazzo timido, amante delle canzoni melodiche, diventa il cantante di una band di death metal. Gliene capitano di tutti i colori. Tragicomico.
OAV corto, mostra la ricostruzione della storia attraverso il restauro di archivi antichi. Ambientato qualche secolo nel futuro. La premessa non è completamente originale, ma è comunque interessante.
Detroit Metal City, episodi da 5 alla fine.
Altri eventi tragicomici, apoteosi finale. Merita di essere visto. Una volta sola, però!
Riassunto della serie, con aggiunti un po' di dettagli, e una quasi spiegazione dei vari punti rimasti oscuri, durante i titoli di coda.
Meitantei Holmes, episodio 10
Sì, un episodio a caso. E abbiamo pescato quello da cui sono tratte quasi tutte le scene della sigla iniziale!
Eravamo solo in due, abbiamo guardato un po' di dimenticabilissimi video musicale. Nulla di interessante.
Evangelion Shin Gekijouban: Jo e Evangelion Shin Gekijouban: Ha
Abbiamo guardato i primi due film del nuovo Evangelion. La storia è molto fedele alla serie animata del 1996, specialmente all'inizio. Alcuni eventi sono piuttosto diversi, ma "fa lo stesso effetto" che all'epoca. Ci toccherà aspettare quasi due anni prima di poter vedere l'ultimo (quarto!) film…
Kumo no Mukou, Yakusoku no Basho
Scritto e diretto da Makoto Shinkai. Fantascienza ambientata grosso modo ai giorni nostri, ma con un passato un po' diverso, con sogni e chiacchiere quantistiche. Come in altre opere di Shinkai, l'attenzione è principalmente sulla crescita dei personaggi e sulle loro interazioni. Lento e scarso di spiegazioni, ma meritevole.
Kachou Ouji: Hard Rock Save the Space first episode
Impiegato tristissimo viene avvicinato da strane donne che vogliono sentirlo suonare le canzoni per cui era famoso quando era una rock star. Potrebbero esserci degli alieni coinvolti.
Dai Mahou Touge, tutto.
Un'altra "maghetta". Violenza, tanta violenza: se la protagonista non riesce a vincere con la magia, vince massacrando gli avversari a pugni. Sconsigliato ai deboli di cuore; comico per tutti gli altri.
Higurashi no Naku Koro ni i primi 8 episodi.
Un villaggio isolato, sparizioni e assassinii misteriosi. La storia si ripete, con significative differenze, sei volte nel corso della serie. Abbiamo visto le prime due "ripetizioni", e ancora non siamo sicuri di cosa stia succedendo. Siamo sicuri di questo: non ci siamo ancora annoiati, anche se sembra di guardare qualcuno che gioca con un videogioco di investigazione (la serie è basata proprio su un gioco del genere, e si nota).
Film, regia evidente di Mamoru Oshii, sulla guerra e la vita. Molto lento, con idee interessanti.
Higurashi no Naku Koro ni episodi 9-13
Un altra sequenza, con sempre più differenze. Il protagonista è forse pazzo?
Higurashi no Naku Koro ni episodi 14-15
Un po' di retroscena. Continuo a non avere idea di dove stia andando a parare.
L'ultimo film Ghibli, l'ho recensito (in inglese)
Storia complicata e disordinata di una studentessa all'inferno, scritta da Shinichi Hiromoto. Ci sono quasi delle idee sulle realtà consensuali, ma è tutto molto confuso e tirato troppo in lungo.
Adattamento molto divertente del manga di Ryuusuke Mita, peccato sia stato abbandonato dopo due episodi.
Storia molto confusa, mal gestita, eventi poco correlati mescolati a caso…
Sora no Woto, primi 2 episodi
Svizzera, dopo una guerra molto lunga, un forte militare è tenuto da giovani ragazze, che suonano musica. Non son sicuro di dove andrà a parare, ma per ora è molto bello da guardare.
Idol Defence Force Hummingbird
La Difesa è stata delegata al settore privato; solo le compagnie di spettacolo e idol si son prese la briga di gestirlo. Per cui abbiamo delle idol che pilotano aerei da caccia. Lento e non molto interessante, mi sorprende sia stato fatto negli anni '90: sembra almeno dieci anni più vecchio.
Penguindrum, primi 16 episodi.
Complicata storia di fratelli e sorelle, identità, destino, e pinguini. Ne ho scritto una recensione (in inglese).
Kill me baby, primi 3 episodi.
Commedia demenziale molto astrusa: scolaretta stupida, compagna di classe assassina, e una ninja in visita. Sketch brevi, risate assicurate.
RPG standard alla giapponese, convertito in anime. Senza impegno, qualche risata.
Storia molto carina su come crescere figli e come scegliere la propria vita.
Commedia / farsa su studenti teppisti. Noto in Italia come "Due come noi", l'avevo visto anni addietro, ma fa sempre ridere.
Gesù e Budda vivono assieme in un appartamento in affitto in Giappone. Divertente, ma ci siamo persi tutte le battute su Budda, e il ritmo della storia è un po' altalenante.